44 research outputs found

    Préface

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    Questa ricerca è rivolta solo esternamente alla documentazione archeologica: l'obiettivo finale del lavoro si rivolge alla ricostruzione di un settore della vita socio-economica della Magna Grecia e della Sicilia nel iv e iii secolo a.C. Per raggiungere questo obiettivo si utilizzano gli strumenti propri dell'indagine storica: le fonti letterarie e, beninteso, le documentazioni archeologiche. Per quanto riguarda le prime, appare che la loro utilizzazione rispetta le più severe regole del meto..

    Ostacoli per una legislazione nazionale della tutela dell’archeologia dopo l’Unità

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    Si analizza il periodo intercorso tra il 1860 (annessione del Regno di Napoli) ed il 1902, anno nel quale fu emanata la prima legge nazionale di tutela. Gli ostacoli rilevati consistono, oltre che in un supposto scarso interesse all’argomento, nel prevalere dell’interesse privato su quello pubblico ; nella non consolidata centralizzazione delle competenze in materia ; nella gracialità di struttura della Direzione generale per le antichità e belle arti, istituita nel 1874. Ulteriori ostacoli si ravvisano nell’incerta delimitazione di ruolo tra insegnamenti universitari di archeologia e nascenti Soprintendenze e nell’importanza assunta dal commercio di oggetti antichi.Guzzo Pier Giovanni. Ostacoli per una legislazione nazionale della tutela dell’archeologia dopo l’Unità. In: Mélanges de l'École française de Rome. Italie et Méditerranée, tome 113, n°2. 2001. Antiquités, archéologie et construction nationale au XIXe siècle. Journées d’études, Rome 29-30 avril 1999 et Ravello 7-8 avril 2000. pp. 539-547

    Riflessioni sulla conformazione delle strutture abitative delle coste adriatiche tra VI e V secolo

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    Lo studio delle importazioni lungo l'Adriatico si rapporta alla conformazione abitativa dei centri antichi : supponendo che le importazioni siano state anche condizionate dalla strutturazione di coloro che importavano. L'esame inizia dal frammento di statua in bronzo conservato ad Amsterdam, e prosegue con le principali importazioni ceramiche, in bronzo, di ambra. In particolare, si discute delle anse in bronzo configurate di provenienza picena e delle ciambelle dalla tomba XIX di Grottazzolina.Guzzo Pier Giovanni. Riflessioni sulla conformazione delle strutture abitative delle coste adriatiche tra VI e V secolo. In: La colonisation grecque en Méditerranée occidentale. Actes de la rencontre scientifique en hommage à Georges Vallet organisée par le Centre Jean-Bérard, l'École française de Rome, l'Istituto universitario orientale et l'Università degli studi di Napoli «Federico II» (Rome-Naples, 15-18 novembre 1995) Rome : École Française de Rome, 1999. pp. 371-389. (Publications de l'École française de Rome, 251

    Due crogioli per oro da Scalea

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    Pier Giovanni Guzzo, Duecrogioli per oro da Scalea, pp. 69-79. Etude de deux creusets pour la fonte de l'or de forme tronco-pyramidale provenant d'une collection privée de Scalea (Cosenza). Ce qu'on sait des données de fouilles dans la zone de Fischia, et l'analyse typologique des objets, les désignent comme des creusets d'époque impériale; l'activité de l'atelier d'où ils proviennent est attestée par des trouvailles en Calabre septentrionale. Une note présente les résultats de l'analyse chimique des résidus de fusion.Guzzo Pier Giovanni. Due crogioli per oro da Scalea. In: Mélanges de l'École française de Rome. Antiquité, tome 87, n°1. 1975. pp. 69-79

    Importazioni fittili greco-orientali sulla costa jonica d’Italia

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    A quasi trent’anni dallo studio del Dunbabin (pp. 224-258) sul commercio in Magna Grecia si può affermare che il panorama conosciuto è cambiato, per la quantità dei rinvenimenti, da quello noto allo studioso inglese. Mancano però, e pare che continuino a mancare, studi d’insieme che raccolgano e critichino gli sparsi rinvenimenti. E, lacuna forse ancor più dolorosa, di troppe località scavate mancano rapporti: per non parlare degli elementi, definitivamente andati perduti per incuria di chi a..

    Tracce archeologiche dal IV al VII sec. d. C. nell'attuale provincia di Cosenza

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    Pier Giovanni Guzzo, Tracce archeologiche dal IV al VII sec. d.C. nell'attuale provincia di Cosenza, p. 21-39. Lo Stato delle conoscenze non permette più di un primo tentativo di indagine nel territorio e nell'epoca indicati. Gli elementi provenienti dagli scavi a Sibari indicano che la città nella piana (ancora chiamata Thurii) fu abbandonata tra la fine del V e l'inizio del VI sec. d.C; dal resto del territorio i ritrovamenti, pur se diffusi, non appartengono a contesti. Si combinano, inoltre, i dati epigrafici, quelli desumibili dagli Itinerari e quelli riguardanti le diocesi. Le attestazioni letterarie riguardanti i modi di produzione vengono confrontate con le analisi già operate : si riconosce l'assoluta predominanza del latifondo rispetto alle forme urbane.Guzzo Pier Giovanni. Tracce archeologiche dal IV al VII sec. d. C. nell'attuale provincia di Cosenza. In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes, tome 91, n°1. 1979. pp. 21-39

    Le gemme a scarabeo nel Museo Nazionale di Napoli

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    Guzzo Pier Giovanni. Le gemme a scarabeo nel Museo Nazionale di Napoli. In: Mélanges de l'École française de Rome. Antiquité, tome 83, n°2. 1971. pp. 325-366

    Iron shackles for burials and sanctuaries (VIII-I century BC). Problems of interpretation

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    Ceppi in ferro da sepolture e da santuari (VIII-I secolo a.C.): problemi di interpretazione. Si raccolgono le documentazioni relative provenienti da un’area delimitata dalla Gallia meridionale ad Ovest e dalla penisola Calcidica ad Est. I ceppi dai santuari alludono alla liberazione dalla schiavitù: pur ponendo problemi in quanto sono per lo più ancora chiusi. Dal santuario di Vigna Nuova di Crotone non sono noti ceppi, ma solamente catene ed attrezzi in ferro: ne deriva che la titolarità di Hera Eleutheria è da sostituirsi con quella di Demetra. Nelle sepolture, tranne il caso della 950 di Pithecusa, si tratta di schiavi sepolti con ceppi alle caviglie. Poiché la schiavitù è accettata nel mondo antico, tombe del genere non possono essere definite ‘devianti’.   Iron fetters from burials and sanctuaries (VIII-I century BC): problems of interpretation. Relevant documents are collected from an area bordered by southern Gaul to the west and the Chalkidian peninsula to the east. The fetters from the sanctuaries allude to liberation from slavery: even if they pose problems as they are mostly still locked. There are no known fetters from the sanctuary of Vigna Nuova di Crotone, but only chains and iron tools: therefore its dedication to Hera Eleutheria is to be replaced with that to Demetra. In burials, except for the case of the tomb 950 in Pithecusa, there are slaves buried with fetters. Because the slavery was normally accepted in the ancient world, such tombs cannot be called ‘deviant’

    Greek foundations in Magna Graecia and Sicily and their relationship with pre-existing indigenous settlements

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    Le fondazioni greche di Magna Grecia e di Sicilia in rapporto con gli insediamenti indigeni preesistenti. Si discutono i modelli mentali ellenici, ricavati dalle fonti letterarie, relativi alle forme delle fondazioni in Occidente. Si ritiene che tali fondazioni siano state operazioni condotte dalle poleis e non da privati. Si confrontano le strutture, archeologicamente note, delle fondazioni greche occidentali con quelle degli insediamenti indigeni. La mancanza di condizionamenti territoriali e cultuali, insieme alla impostata regolarità dei lotti agricoli, ha condotto a forme urbanistiche che, dalle poleis occidentali sono state imitate in Grecia propria.   The Greek foundations of Magna Graecia and Sicily are discussed in relation to the pre-existing indigenous settlements: the Hellenic mental models, as drawn from literary sources, in relation to the forms of foundations in the West. Evidence indicates that these foundations were operations conducted by the poleis and not by private individuals. The archaeologically known structures of western Greek foundations are compared with those of the indigenous settlements. The lack of territorial and religious conditions, together with the set regularity of agricultural lots, led to urban planning forms that derived from the western poleis and were imitated on the Greek mainland

    “Acefalia” in Magna Grecia e in Sicilia in età storica

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    Il termine “acefalia” è utilizzato con doppio significato: corpo senza testa; testa senza corpo (cioè: esposizione del cranio). La documentazione raccolta interessa la Magna Grecia e la Sicilia, dall’età alto-arcaica a quella romana, con evidenze sepolcrali delle culture sia elleniche d’Occidente sia italiche. L’esame di quanto riportato al proposito nella bibliografia, per quanto limitato dalla mancanza di analisi di antropologia fisica, porta alla provvisoria conclusione che si tratta di scavi non accuratamente eseguiti; che si abbia una cremazione parziale dei corpi; che persistano riti risalenti ad epoche pre- e protostoriche di ambito centro-europeo e non derivanti da pratiche proprie della cultura cretese; che si abbia un riposizionamento dei crani risultanti dalla riduzione di deposizioni per far spazio a più recenti. Casi particolari sono quelli di Cuma, con l’uso di teste riprodotte in cera; di Pantanello di Metaponto, con dislocazioni dei crani; di Enna Rossomanno, per l’abbondanza di documentazione.The term “acephaly” is used with a double meaning: body without head; head without body (skull’s display). The records collected concern Magna Graecia and Sicily, from the high Archaic to the Roman age, with evidence from tombs of both Western Hellenic and Italian cultures. The examination of what is reported in this regard in the bibliography, although limited by the lack of analysis of physical anthropology, leads to the provisional conclusions that those excavations were not carefully accomplished; partial cremation of the bodies; the persistence of rites dating back to pre-and protohistoric ages in the central European area and not deriving from practices typical of the Cretan culture; the display of the skulls resulting from the reduction of depositions to make room for more recent ones. Special cases are those of Cuma, with the use of wax reproduced heads; Pantanello di Metaponto, with dislocations of the skulls; Enna Rossomanno, for the abundance of records
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